Giulia Ghigi Chi era Moisés Sepúlveda prima di diventare un regista?
Moisés Sepúlveda Prima di essere un regista sono stato un mago professionista per dieci anni. Ho eseguito numerosi spettacoli a bar Mitzvah, matrimoni e compleanni, ma gradualmente il cinema ha guadagnato terreno sulla magia, relegandola solo ad incontri con amici. Ora faccio pochissimi spettacoli, ma me li gusto di più.
GG Che necessità ti ha spinto a scegliere questa storia per esordire?
MS Penso che l’opera teatrale Las analfabetas (Le analfabete), su cui si basa il film, sollevi alcune domande importanti sulla nostra educazione, in maniera non diretta, e colga lo spettatore alla sprovvista, di sorpresa, rendendo la critica più tagliente. L’analfabetismo non è un problema prioritario del mio paese, è praticamente inesistente, ma funziona come un veicolo per parlare di tutto il sistema e per denunciarne le crepe.
GG Perché hai scelto il cinema come mezzo per la tua espressione artistica?
MS Da adolescente ero molto esuberante e volevo sempre essere il primo a dire la mia, spesso rimpiangendo di non aver pensato abbastanza. Da adulto ho scoperto che le mie opinioni risultavano molto più forti se le dicevo al termine di una conversazione e dopo aver ascoltato le opinioni degli altri. E il film funziona per me alla stessa maniera, è un’arte che si cucina lentamente, in cui si lavora per strati, che si digerisce molte volte e in cui bisogna essere molto sicuri di ciò che si dice, perché rimane per sempre.
GG Il film è tratto da una pièce teatrale di successo scritta da Pablo Paredes nel 2010 dove fin da subito le protagoniste erano Paulina Garcia (Orso d’Oro al Festival di Berlino 2013 per Gloria di Sebastián Lelio) e Valentina Muhr (La noche de enfrente di Raúl Ruiz). Com’è stato lavorare con una coppia di attrici già così affiatate? E come è stato il lavoro di trasformazione in sceneggiatura del testo?
MS E’ il mio primo lungometraggio ed è anche la prima sceneggiatura per Pablo Paredes. Nessuno dei due sapeva molto bene come fare. Adattare la storia dal teatro al cinema è stato un lavoro che abbiamo imparato lungo la strada, la scrittura, le riprese, il montaggio, la riscrittura, tornare a girare e montare nuovamente. E anche se forse non sembra, Las analfabetas è un film che ha trovato la sua forma definitiva solamente alla fine del processo.
Rispetto al lavoro con Paulina e Valentina, che effettivamente erano molto unite dall’opera teatrale, mi ero posto una serie di problemi, che alla fine si sono trasformati tutti in qualcosa di positivo. Entrambe avevano avuto il tempo di farsi molte domande sul testo, sui conflitti e le risoluzioni che conteneva, molte di più di quando io ho iniziato il film. Detta brevemente: entrambe sono così combattive e intelligenti che mi hanno fatto capire molte cose. E, naturalmente, tutto questo si vede nel film.
GG Tu hai fatto il mago, lavoro dove è necessario nascondere il meccanismo delle azioni per mantenere l’illusione, mentre porti sulla scena un film dove il disvelamento dei segni porta a una conquista molto grande. Un capovolgimento?
MS In effetti penso che ci sia una inversione del processo. Visto dal punto di vista di un adulto analfabeta, che per tutta la sua vita ha inventato ciò che non poteva leggere, il processo di apprendimento diventa la rivelazione di un mondo nascosto, come un “guardare dentro il cappello del mago”. E in generale nessuno è molto preparato per questo.
GG A proposito della pièce teatrale Las analfabetas è stato detto che la condizione di analfabeta si presenta come l’impossibilità per i soggetti che fanno parte di una comunità di unirsi in un progetto sociale. Considerato simbolicamente, l’analfabetismo di Ximena può rappresentare anche quello di un’intera società?
MS L’opera teatrale e il film presentano il problema in un modo simile: una donna che ha inventato tutto ciò che non sapeva leggere e un’insegnante non è stata capace di costruire nulla, bloccata in un sapere convenzionale. Così entrambe le visioni del mondo si confrontano, dialogano, portando alla luce diversi tipi di analfabetismo: emotivo, creativo e sociale. Ci sono molti modi di essere analfabeta, non saper leggere è solo uno di questi.
30.08 — 09.09