Scheda del film
Titolo originale / Passatempo
Regia / Gianni Amelio
Sceneggiatura /Gianni Amelio
Fotografia / Luan Amelio UJkaj
Montaggio / Simona Paggi
Suono / Alessandro Zanon
Scenografia / Giancarlo Basili
Costumi / Maurizio Millenotti
Interpreti / Renato Carpentieri, Daouda Sissoko
Produzione / Bartlebyfilm, The Film Club con Rai Cinema in collaborazione con Fondazione Fare Cinema
Prodotto da / Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone
Coprodotto da / Simone Gattoni, in collaborazione con Paola Pedrazzini, Pier Giorgio Bellocchio
Ufficio Stampa / Viviana Ronzitti
Formato / Colore
Durata / 18 min.
Sinossi
Un professore in pensione è seduto al tavolino di un bar all’aperto, in una bella giornata di sole. La cameriera gli porta la colazione. Subito dopo arriva un ragazzo, e il professore lo invita a sedersi, lo aspettava. Il ragazzo ha la pelle scura, viene dal Mali. È ben vestito, sereno, pronto anche lui al “gioco” che il professore deve condurre. Si tratta di una gara di enigmistica, dove si vince compilando per intero un cruciverba. Ma c’è una variante che rende la prova impossibile: indovinare le soluzioni prima ancora che venga posto il quesito. E tuttavia il ragazzo arriva alla fine. O quasi…
Gianni Amelio
Gianni Amelio (1945) assistente di Vittorio De Seta, ha esordito come regista negli anni 70 con alcuni film per la televisione (La fine del gioco, La città del sole, La morte al lavoro, Il piccolo Archimede). Al cinema debutta con Colpire al cuore (1982), che segna la sua prima partecipazione in concorso alla Mostra di Venezia. I film successivi, I ragazzi di via Panisperna (1988), Porte aperte (1990), Il ladro di bambini (1992), mettono in luce una particolare attenzione alla Storia, ai temi del lavoro, e al rapporto tra le generazioni, che sarà quasi una costante nella sua attività a venire. Nel 1994 dirige Lamerica, interamente ambientato nell’Albania post‐comunista, in cui conferma uno stile di forte impatto realistico, ma aperto a una visione epica, con influenze sapientemente assorbite dal cinema italiano classico. Con il successivo Così ridevano (1998) intreccia esperienza pubblica e memoria personale rappresentando l’emigrazione interna dal sud al nord dell’Italia negli anni 50. Il film vince il Leone d’oro alla Mostra di Venezia dello stesso anno. Nel 2004 Amelio dirige Le chiavi di casa, storia del rapporto tra un giovane padre e un figlio disabile, girato interamente a Berlino. In seguito, realizza La stella che non c’è (2006), storia di un operaio italiano che va da Shanghai in Mongolia cercando un pezzo della “sua” fabbrica comprata dai cinesi. Nel 2010 Amelio affronta in Algeria la memoria dell’infanzia di Albert Camus, come il grande scrittore l’aveva narrata nel suo libro incompiuto Il primo uomo. Il film vince il premio dei critici al Festival di Toronto. Del 2013 è L’intrepido, ancora in concorso a Venezia, del 2017 La tenerezza e il cortometraggio Casa d’altri. Amelio ha diretto per quattro anni il Torino Film Festival, e scritto libri come Il vizio del cinema, Un film che si chiama desiderio, L’ora di regia. Ha scritto due romanzi Politeama, Mondadori, 2016 e Padre quotidiano, Mondadori, 2018. È l’unico regista italiano vincitore per tre volte del premio EFA, altrimenti detto Felix. Attualmente insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
30.08 — 09.09