Chi era Gabriela Pichler prima di diventare una regista?
Un’operaia di una fabbrica di biscotti che ha iniziato a studiare cinema e ha deciso di seguire i suoi sogni.
Che necessità ti ha spinto a scegliere questa storia per esordire?
Per l’importanza di ridefinire l’immagine della Svezia di oggi. Per avere un personaggio principale femminile che veramente risalta con la sua carica e il suo modo di fare tosto e propositivo. E per onorare una relazione padre-figlia che sullo schermo si vede di rado.
Com’è stato cimentarsi per la prima volta con un lungometraggio?
La stessa preoccupazione, gli stessi dubbi e problemi che fare un cortometraggio, ma dilatato lungo un periodo più lungo durato 3 anni e mezzo…
Com’è stata l’esperienza del set? (momento più gratificante e quello più difficile?)
L’aspetto migliore era lavorare con persone che non avevano mai avuto di fronte una macchina da presa e vederli raggiungere una recitazione straordinaria! Questo mi commuove ogni volta!
L’aspetto più difficile era continuare a credere nel mi istinto e nelle mie convinzioni, nonostante la mancanza di tempo e di soldi ti perseguiti costantemente.
Al momento, hai qualche idea per dei progetti futuri?
Sì! Ma ho troppo poco tempo…
Anche nel tuo lavoro precedente (Skrapsår – 2008) hai usato attori senza esperienza: e' una scelta stilistica? o ti trovi meglio a lavorare con degli attori non professionisti?
Io credo che la recitazione sia anche basata sulle tue esperienze formative, unite al livello del tuo stato sociale ed etnico. Per cui se voglio trovare un’attrice che reciti il personaggio principale e voglio che lei sia stata educata dalla classe operaia svedese, con un bagaglio culturale ex-jugoslavo e che sappia una seconda lingua assieme a quello specifico dialetto del sud della Svezia e con una esperienza lavorativa in fabbrica alle spalle, beh la maggior parte degli attori in Svezia non si adatterebbe a questa descrizione. Desidero che la recitazione sia completamente autentica e vera, e spesso ho tratto ispirazione per la mia idea dei personaggi dalle persone che abbiamo incontrato e che ci è capitato di incontrare durante la lunga fase del casting.
La tua formazione viene dal documentario. Quanto ha influito nella realizzazione di questo film?
Sì, sicuramente lo ha avuto. Ho sempre desiderato che queste persone facessero un passo avanti e fossero viste sullo schermo, mentre non hanno possibilità per essere ascoltate. Questa è stata la mia missione fin dall’inizio e ancora lo è.
30.08 — 09.09