Notizie 2012

Intervista a Luigi Lo Cascio, regista di La città ideale

Chi era Luigi Lo Cascio prima di diventare un regista?

Ero un attore (e ho continuato ad esserlo anche durante il film) che lavorava dal 1990 tra teatro e cinema. Avevo scritto tre testi teatrali di cui avevo anche curato la regia.

Che necessità ti ha spinto a scegliere questa storia per esordire?

E’ una storia che è venuta fuori a poco a poco. Prima un’immagine, poi uno spunto un po’ più esteso, poi alcune scene concatenate tra loro. Capita spesso di avere un’intuizione e di pensare: “ecco, sarebbe bello farci un film”. Poi questa stessa idea mostra i suoi limiti e viene accantonata. Ecco, in questo caso invece la suggestione iniziale si è estesa sempre di più costringendomi a occuparmene e a precisarla innanzitutto ai miei occhi. Una volta raggiunta una forma più chiara, ho pensato che poteva essere interessante mostrare agli altri lo sviluppo di quella lontana intuizione.

Com’è stato cimentarsi per la prima volta con un lungometraggio?

Mi sono molto appassionato e divertito. Soprattutto per lo scarto inevitabile tra scrittura e riprese, tra riprese e montaggio. C’è qualcosa di esaltante nel dovere rispondere con prontezza alle continue incursioni dell’imprevisto.

Hai un  nuovo progetto come regista cinematografico?

La regia è per me una preoccupazione successiva alla fase di scrittura. Solo se mi capiterà di avere un’altra idea in grado di prendere la forma di una sceneggiatura, allora farò il possibile per riuscire a compierla in un nuovo film.

Quali registi, soprattutto far quelli con i quali hai lavorato, ha avuto un’influenza per il tuo debutto?

Ho avuto la fortuna di lavorare con autori di eccezionale bravura e quindi sono totalmente debitore di quanto credo di sapere all’esperienza che ho potuto fare nei loro film. Né meno importante è l’impressione che certi registi hanno lasciato nel mio sguardo di spettatore. Ma sono talmente tanti e così diversi uno dall’altro che non so parlare di debito in termini espliciti e consapevoli.

Quanto ha influito il tuo interesse per la filosofia  per la costruzione di questa storia?

Spero abbia influito il giusto, per riuscire a dare alla materia trattata nel film la misura di un problema.