Le scoperte della SIC
Nell’ambito del suo trentennale percorso, la Settimana Internazionale della Critica ha rappresentato un territorio di ricerca e di approfondimento all’interno del quale hanno trovato spazio e visibilità cineasti di sicuro talento che sarebbero divenuti elementi integranti del panorama cinematografico d’autore.
In diversi casi, il lavoro dei membri delle varie commissioni nominate dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI ha consentito di far emergere registi che nel corso degli anni successivi si sarebbero confermati ad alto livello per quel che riguarda la qualità delle opere, diventando, di fatto, autori di notevole spessore creativo, riconosciuti in tal senso dalla critica e, spesso, anche dal pubblico.
Già alla sua terza edizione (1986), la SIC ospita nella sua selezione ufficiale l’opera di quello che sarebbe divenuto uno dei più importanti cineasti francesi degli ultimi anni: Olivier Assayas. Il film, intitolato Desordre, racconta le vicende di alcuni ragazzi che tentano di formare un gruppo musicale affrontando molte disavventure esistenziali nelle quali saranno tutti, in modo diverso, coinvolti.
Nel 1987 e nel 1991 è la volta di due registi italiani: Carlo Mazzacurati e Antonio Capuano. Il primo porta alla SIC Notte Italiana, opera ambientata nel delta del Po e prodotta dalla Sacher Film di Moretti e Barbagallo, il secondo Vito e gli altri, storia di un ragazzino napoletano abbandonato a se stesso che diviene nel tempo un piccolo criminale di strada.
Anche il regista portoghese Pedro Costa si è messo in luce alla Settimana nel 1989 con la sua opera d’esordio O Sangue e nel 1993 è stata la volta dello statunitense Bryan Singer e del suo Public Access, film che anticipa l’enorme successo internazionale ottenuto con I soliti sospetti (The Usual Suspects).
Nel 1997 ecco ancora un significativo esordio italiano, Tano da morire di Roberta Torre, che affiancava il controverso Gummo di Harmony Korine (poi in concorso proprio a Venezia nel 2012 con Spring Breakers).
Mentre è nel 1998 che approda alla SIC lo scozzese Peter Mullan con il suo lungometraggio Orphans, storia di tre fratelli e una sorella di Glasgow che devono organizzare il funerale della loro madre.
L’anno successivo vince la Settimana Mondo Grua il primo film di uno dei registi argentini più interessanti del nuovo secolo, Pablo Trapero.
È il 2000 quando Abdellatif Kechiche, francese di origini tunisine, presenta il suo lavoro Tutta colpa di Voltaire (La faute à Voltaire), piccolo capolavoro che preannuncia una grande carriera culminata con la vittoria della Palma d’oro al Festival di Cannes con la Vita di Adele (La vie d’Adèle).
Si giunge, poi, al 2004: gli israeliani Ronit e Shlomi Elkabetz (sorella e fratello) vincono la SIC con To Take a Wife (VeLakahta Lekha Isha), opera iniziale di un’importante trilogia che proseguirà con 7 Days (Shiva – 2008) e Viviane (Gett – 2014).
Infine, nel 2010 la famosa attrice svedese Pernilla August, già presente nel cast di Fanny & Alexander di Ingmar Bergman e della saga Guerre Stellari (Star Wars), viene selezionata per il concorso SIC grazie al suo primo lungometraggio firmato da regista: Svinalängorna (Beyond).
In foto
La faute à Voltaire / Tutta colpa di Voltaire (2000 – Francia) – regia di Abdellatif Hechiche - 15. Settimana Internazionale della Critica
Orphans (1998 – Gran Bretagna) – regia di Peter Mullan - 13. Settimana Internazionale della Critica
Meachorei Hasoragim / Beyond The Walls / Oltre le sbarre (1984 – Israele) – regia di Uri Barbash - 1. Settimana Internazionale della Critica
30.08 — 09.09